L’ingresso della mostra « 1925-2025 Cent ans d’Art déco » (fino al 26 aprile 26) è dedicato all’Orient Express
Come due grandi protagonisti dell’Art Déco, Ruhlmann e Dunand, d’Angeac si è posto come un federatore che ha coinvolto una trentina di métiers d’art attorno al progetto, concepito come un’opera d’arte totale, simbolo del gusto francese, dove qualsiasi arredo e qualsiasi oggetto è rigorosamente bespoke, perchè «Orient Express è perfezione in ogni dettaglio»
Nel lavoro di d’Angeac i riferimenti storici sono evidenti, ma tutto è rielaborato, mai riproposto tout court. Così il vagone bar è un omaggio alla Belle Epoque e al Secondo Impero, con le sue cupole simili a quella sospesa del Cirque d’Hiver, i divani verde giada, il bottone per ordinare lo champagne. Il vagone ristorante si rifà al morivo Rail disegnato da Suzanne Lalique-Haviland, figlia di René Lalique, mentre la suite ha straordinari pannelli di legno “ricamati » con madreperla e perle di bronzo. Proprio come negli anni d’oro, rimane fondamentale il rituale della “grand trasformation” tra il giorno e la notte, con la living room che si trasforma in camera da letto. Nell’attesa dell’ultimazione del treno, la compagnia ha già inaugurato il primo hotel di un network dell’ospitalità ispirato a quello di 26 hotel, uno per ogni stazione, della originaria CIWL (Compagnie Internationale des Wagons-Lits) di Nagelmackers, iniziato con l’apertura nel 1895 del Pera Palace di Istanbul. Il primo hotel del nuovo Orient Express è il Minerva di Roma, il secondo sarà l’Orient Express Venice a Palazzo Donà Giovannelli, apertura prevista ad aprile 26. E sempre nel 26 dovrebbe essere varato l’Orient Express Corinthian, il primo dei due yacht della compagnia, ispirato al transatlantico superlusso Normandie, con interni sempre progettati da Maxime d’Angeac, un palazzo galleggiante lungo 220 metri dotato di 54 suites, «il più grande yacht a vela del mondo».