Il guscio sarà quello originale: i vagoni risalenti agli anni Venti, dall’inconfondibile livrea blu, ritrovati nell’Est Europa. Gli interni, invece, saranno una reinterpretazione dello stile Art Déco firmata dall’architetto Maxime d’Angeac, direttore artistico del progetto del gruppo Accor, proprietario, dal 2022, del celebre marchio nato nel 1883.
Rinnovare l’eccellenza. Reinventare l’Orient Express: questa la missione che si è dato d’Angeac. Un’ambizione titanica: “Prima di tutto, uno sfida ingegneristica: non è stato facile – spiega l’architetto – installare su vagoni d’epoca i dispositivi tecnologici attuali per garantire sicurezza e massimo comfort nel viaggio”. Tanti i fattori da considerare, oggi: efficienza energetica, sostenibilità ambientale, standard normativi legati al peso, alle vibrazioni in viaggio, alla compatibilità tra le carrozze di cent’anni fa e i binari del Duemila…
Ogni elemento del futuro treno è stato disegnato meticolosamente con l’inchiostro di china, con una punta da 0,13 mm. E poi d’Angeac ha fatto il direttore d’orchestra, guidando in una sinfonia estetica i migliori artigiani di Francia, con trenta diverse specializzazioni: ricamatori, scultori, orologiai, fabbri, vetrai, ebanisti, tappezzieri.
L’Orient Express è un mito. Ecco perché la sua rinascita è stata presentata in una cornice importante come una mostra, “1925 – 2025: un secolo di Art Déco”, al Museo delle Arti Decorative di Parigi fino al 26 aprile. Tutto un piano, la grande galleria centrale del museo, è dedicata a questo treno leggendario.